Viaggio studio in Sicilia dal 18 al 23 marzo 2010

EtnaAMi ha organizzato per i prossimi 18-23 marzo un viaggio di studio nella Sicilia orientale, culla dell’apicoltura mediterranea. Fin dall’antichità, nella zona Iblea, si è sviluppata un’apicoltura, basata su arnie costruite con i fusti della ferula (10Ferula communis), che si è mantenuta produttiva e fiorente fino all’inizio degli anni ’80. Al contrario di altri sistemi tradizionali, spesso basati sull’apicidio, l’apicoltura siciliana si distingueva per l’adozione di pratiche di allevamento (10possibilità di ispezione, controllo sciamatura, equilibratura, moltiplicazione, transumanza) efficaci e razionali quanto, se non di più, rispetto ai sistemi dell’apicoltura moderna.

 

Museo del miele di Costalovara – Wolfsgruben

Museo CostalovaraCostalovara (10Wolfsgruben), sull’altipiano del Renon, dista una ventina di minuti d’auto da Bolzano, un’ora da Trento, poco più di tre ore da Bologna. Da Bolzano ci si può arrivare anche prendendo, nei pressi della Stazione Ferroviaria, la funivia del Renon, e proseguendo, giunti sull’altipiano, su un delizioso, romantico trenino scendendo alla fermata di Costalovara. Le montagne si aprono in uno scenario ridente, che porta respiro nel cuore. Vicinissimo al museo c’è un raccolto laghetto, dove ci si può fermare alla fine della visita, o prima della visita, a ristorarsi con le esotico-casalinghe pietanze della cucina sudtirolese all “Hotel am Wolfsgrubensee”.
Il museo d’apicoltura è aperto da Pasqua fino a fine ottobre.

Trento: Seminario di Aggiornamento sull’analisi sensoriale del miele

Seminario Trento 2009Il 13 febbraio prossimo, a Trento, si ripeterà quello che negli ultimi anni si è consolidato come il più atteso e partecipato seminario di aggiornamento destinato agli iscritti all’Albo degli Esperti in Analisi sensoriale del miele. Organizzato dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Trento, il Seminario si terrà presso Palazzo Trautmannsdorf in via del Suffragio 3, per la durata dell’intera giornata.

Trento: successo del Seminario di Aggiornamento sull’analisi sensoriale del miele

trentoIl 13 febbraio 2010 si è svolto a Trento un Seminario di Aggiornamento di Analisi Sensoriale del Miele a cui hanno partecipato 60 Assaggiatori.
Questa iniziativa ,ormai alla quarta edizione a Trento, è stata ospitata presso il Palazzo Trautsmannsdorf messo a disposizione dalla Camera di Commercio di Trento su richiesta degli Iscritti all’Albo Nazionale degli Esperti in analisi Sensoriale e da AMi Ambasciatori dei mieli. L’organizzazione e la docenza è stata svolta con la consueta competenza e professionalità dalla Dott.ssa Maria Lucia Piana e grazie alle abilità organizzative di accoglienza della responsabile della CCIAA del Trentino, Maria Grazia Brugnara ,gli assaggiatori sono stati coccolati e rifocillati con specialià trentine.
Sono stati analizzati mieli alpini e del Trentino con rododendro ,melata d’abete ed i controversi tiglio/castagno e tarassaco/melo; sono stati presentati inoltre mieli particolari quali mieli di spiaggia e di barena ed è stato fatto un approfondimento molto interessante sulle particolarità gusto/olfattive dei mieli di ombrellifere con riferimento particolare al miele di coriandolo.

Museo del miele di Lavarone

Museo del Miele LavaroneAll’Altopiano di Lavarone si arriva in tre quarti d’ora da Trento; in un’ora e mezza – più o meno – sia da Bolzano, che da Padova che da Verona; in due ore e mezza da Bologna; in poco più di due ore anche da Brescia. Lavarone è una località turistica sia invernale che estiva a mille metri di altezza, e anche il “Museo del Miele” rimane aperto estate e inverno (10oltre che autunno e primavera). Certo, non è proprio dietro l’angolo di casa, ma vale un viaggio, e, se siete appassionati, anche più di una semplice visita. Come quei francesi che, di passaggio a Lavarone insieme al Presidente di Apistoria, Nino Masetti, con l’idea di visitare un altro analogo museo, quello di Oderzo, hanno alla fine deciso di prenotare un albergo sull’altipiano per gustarsi bene quello straordinario museo e prendere con calma fotografie e appunti.

I colori dell’Apicoltura

GLI INCONTRI DI “TERRA MADRE” 2008 – Volti di ambasciatori del miele da tutto il mondo

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Pandu

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Quest’anno si ripeterà l’incontro biennale di Terra Madre, a Torino. Organizzato da Slowfood, Terra Madre è un grande momento di incontro tra appartenenti a diverse “comunità del cibo” (10allevatori,contadini, pescatori, produttori artigianali di alimenti) provenienti da ogni parte del pianeta. Questi sono solo alcuni degli apicoltori incontrati durante l’edizione di Terra Madre del 2008.

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Una primizia editoriale per gli amici di Ami

Miele medioevoPagine da “Il miele nell’Occidente medievale” lo studio di Laura Prosperi
Questa è l’anticipazione di alcune pagine tratte da  un libro prezioso, che è alla vigilia della sua pubblicazione da parte dell’Accademia Il dei Georgofili. L’autrice, Laura Prosperi, ha avuto modo di presentare proprio il contenuto di queste pagine al Convegno di Apistoria il 14-15 marzo a Montà d’Alba (10Cuneo). Laura Prosperi è una storica e una ricercatrice, che ha anche insegnato all’Università di Ca’ Foscari a Venezia in seno al Master di Cultura del Cibo.

Veleno

Il veleno d’ape è secreto da specifiche ghiandole delle api di sesso femminile: le operaie, allo scopo di difendere l’alveare eliminando eventuali aggressori, e la regina, per uccidere le rivali. I fuchi non producono veleno. Quando un’ape punge un essere umano, il pungiglione rimane uncinato nella pelle e l’ape muore, perché nel tentativo di staccarsi si strappa gli intestini. puntura dape

 

 

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Il veleno d’ape è anche portatore di un messaggio feromonale di allarme, che attiva anche altre api nella difesa dell’alveare. Nell’uomo il veleno d’ape può provocare  reazioni che vanno dal dolore localizzato, seguito da una sensazione di calore e di prurito, fino a delle vere e proprie reazioni allergiche e allo shock anafilattico, uno stato di ipersensibilità che può approdare a una reazione violenta, in rari casi con esiti mortali.
Nonostante questo, il veleno d’ape contiene una molteplicità di sostanze che possono essere usate efficacemente a scopo terapeutico per l’uomo, dopo aver verificato che non sia soggetto ad allergia.apipuntura

 

Il veleno d’ape può essere utilizzato stimolando in modo programmato un’ape a pungere in un punto preciso del corpo (10è sufficiente premere l’addome dell’ape per provocare l’estroflessione del pungiglione), oppure raccogliendo il veleno d’ape: si riesce a farlo utilizzando una stimolazione elettrica di 20-30 volt davanti alla porticina d’ingresso dell’ alveare, provocando così nelle api l’estroflessione del pungiglione e la secrezione del veleno, che cristallizza e viene raccolto su una lastra di vetro. In questo caso, avendo perso le sue parti volatili, viene chiamato “apitossina”.
Il veleno d’ape contiene soprattutto  peptidi ed enzimi, ed ha proprietà antinfiammatorie, neurotossiche del sistema nervoso centrale, antipiretiche, analgesiche, cardiotoniche, anticoagulanti, regolatrici della pressione sanguigna. Il suo campo d’applicazione spazia dalle malattie cardiovascolari,a quelle del sistema muscolo-scheletrico, del sistema endocrino, del sistema nervoso e anche in oftalmologia, dermatologia, ginecologia, immunologia e virologia.

 

 

Veleno

Il veleno d’ape è secreto da specifiche ghiandole delle api di sesso femminile: le operaie, allo scopo di difendere l’alveare eliminando eventuali aggressori, e la regina, per uccidere le rivali. I fuchi non producono veleno. Quando un’ape punge un essere umano, il pungiglione rimane uncinato nella pelle e l’ape muore, perché nel tentativo di staccarsi si strappa gli intestini. Il veleno d’ape è anche portatore di un messaggio feromonale di allarme, che attiva anche altre api nella difesa dell’alveare. Nell’uomo il veleno d’ape può provocare  reazioni che vanno dal dolore localizzato, seguito da una sensazione di calore e di prurito, fino a delle vere e proprie reazioni allergiche e allo shock anafilattico, uno stato di ipersensibilità che può approdare a una reazione violenta, in rari casi con esiti mortali.
Nonostante questo, il veleno d’ape contiene una molteplicità di sostanze che possono essere usate efficacemente a scopo terapeutico per l’uomo, dopo aver verificato che non sia soggetto ad allergia.

Il veleno d’ape può essere utilizzato stimolando in modo programmato un’ape a pungere in un punto preciso del corpo (10è sufficiente premere l’addome dell’ape per provocare l’estroflessione del pungiglione), oppure raccogliendo il veleno d’ape: si riesce a farlo utilizzando una stimolazione elettrica di 20-30 volt davanti alla porticina d’ingresso dell’ alveare, provocando così nelle api l’estroflessione del pungiglione e la secrezione del veleno, che cristallizza e viene raccolto su una lastra di vetro. In questo caso, avendo perso le sue parti volatili, viene chiamato “apitossina”.
Il veleno d’ape contiene soprattutto  peptidi ed enzimi, ed ha proprietà antinfiammatorie, neurotossiche del sistema nervoso centrale, antipiretiche, analgesiche, cardiotoniche, anticoagulanti, regolatrici della pressione sanguigna. Il suo campo d’applicazione spazia dalle malattie cardiovascolari,a quelle del sistema muscolo-scheletrico, del sistema endocrino, del sistema nervoso e anche in oftalmologia, dermatologia, ginecologia, immunologia e virologia.

Seminario di aggiornamento 2009: “Frutta e miele: analogie nella valutazione sensoriale e possibili abbinamenti”

FruttaAMi e Aspromiele organizzano per domenica 29 Novembre 2009 un Seminario di aggiornamento riservato agli iscritti all’Albo degli Esperti in Analisi Sensoriale del Miele e a coloro che abbiano frequentato un corso di I° livello.
Il Seminario si terrà il domenica 29 novembre dalle 9,30 alle 18,00, presso il presso l’Hotel Cavalieri di Bra (10CN), in piazza Giovanni Arpino 37.