Il miele è il primo dolcificante conosciuto dall’uomo e fin dalla notte dei tempi è stato considerato una sostanza con proprietà non solo nutritive ma anche terapeutiche. Le sue innumerevoli virtù sono state evidenziate in tutte le culture e troviamo infinite indicazioni del suo utilizzo sia nei testi di medicina che nei ricettari di ogni periodo.
Nell’epoca moderna la sua fama ha subito alterne vicissitudini , passando in subordine rispetto ad altre sostanze più “raffinate”. Fin dal Medioevo l’arrivo e poi la coltivazione della canna da zucchero introdotta dagli arabi e della barbabietola da zucchero successivamente,ha portato alla sua sostituzione come dolcificante nelle ricette delle cucine dei ricchi dapprima e successivamente su tutte le tavole.
Le sue caratteristiche terapeutiche infine sono state in qualche misura ridefinite dalla scienza ufficiale che non lo considera un farmaco ma un alimento a prevalenza glucidica con aspetti nutraceutici interessanti.
Vediamo in sintesi le sue caratteristiche:è un prodotto zuccherino ad elevato potere energetico ma soprattutto di rapida e facile assimilazione. È’ composto prevalentemente da 2 zuccheri semplici, il fruttosio ed il glucosio associati a piccole quantità di altri zuccheri, acidi organici, sali minerali, enzimi ed aromi.
Il glucosio entra direttamente in circolo e viene utilizzato immediatamente mentre il fruttosio è consumato più lentamente , in quanto viene metabolizzato nel fegato per essere trasformato in glucosio in tempi successivi. E’ l ’apporto energetico immediato e senza appesantimento digestivo il grande vantaggio che lo rende così importante per lo sportivo , prima dello sforzo fisico o di un’allenamento .Per lo stesso motivo e grazie anche alla presenza di altre sostanza è indicato sia in geriatria che nella crescita e nell’età scolare. Negli ultimi anni si è scoperto che il miele migliora la tolleranza del latte vaccino.
Altre caratteristiche ,dovute soprattutto alla presenza di fruttosio , sono il maggior potere dolcificante (10quindi minor quantità di zucchero da assumere per ottenere lo stesso effetto),le proprietà emollienti ed umettanti utili sia a livello della bocca che dello stomaco e dell’intestino e un’attività blandamente lassativa. Agisce per questo favorevolmente nei disturbi dell’apparato circolatorio, digestivo e del fegato e favorisce l’assimilazione del calcio. Ma la attività più interessante è quella antibatterica che è presente nel miele, grazie alla concentrazione zuccherina ed al suo ph acido. Nel miele in soluzione acquosa la presenza dell’enzima glucoso ossidasi in diluizione produce acqua ossigenata ed acido gluconico. L’acqua ossigenata e la presenza di altre sostanze come i polifenoli contribuiscono all’attività antibatterica ed antibiotica del miele che spiega la sua efficacia nel mal di gola, malattie da raffreddamento e la sua validità per uso esterno per la risoluzione di piaghe e ferite ,così come la sua efficacia nella cosmesi.
Spesso vengono associate ai mieli uniflorali le proprietà officinali delle piante su cui le api hanno raccolto il nettare. Non esiste in realtà una correlazione scientificamente stimabile fra i due aspetti ;un dato analitico provato è la presenza maggiore nei mieli di melata di sali minerali, mentre la presenza di altre sostanze, pur plausibile ,come nel caso di oli essenziali nel miele di labiate,non può essere valutato quantitativamente. E’ consigliabile quindi consumare il miele per tutti i suoi ottimi pregi nutrizionali , esplorando con curiosità tutto l’universo aromatico che le varie fioriture ci propongono. E’ importante utilizzare il prodotto fresco (10non superare i 2 anni di età) e consumarlo in tempi abbastanza brevi per evitare la perdita di aromi e delle componenti biologiche.