Il miele è raccolto dall’ape ma è prodotto dalle piante. La grande varietà, in Italia, di specie mellifere consente pertanto la produzione di molti mieli uniflorali – circa 50 – oltre a infinite variazioni di mieli millefiori.
Si parla di miele uniflorale quando questo proviene principalmente da un’unica origine botanica e ne risulta sufficientemente caratterizzato dal punto di vista della composizione e delle caratteristiche organolettiche e microscopiche (cioè la presenza significativa, nel miele, di granuli del polline corrispondente a quel fiore particolare). La produzione di mieli uniflorali è possibile per quelle specie botaniche che sono presenti in grande abbondanza in zone sufficientemente estese.
Tecniche particolari di apicoltura vengono adottate per incrementare la produzione e per aumentare la purezza uniflorale del miele. Il pregio di un miele uniflorale consiste nell’unicità delle caratteristiche organolettiche e della composizione, e spesso nella rarità.
Tra i diversi prodotti non può essere fatta una graduatoria di qualità: ogni amante del miele sceglie il preferito secondo il gusto e le abitudini alimentari personali. Generalmente i mieli poco aromatici, neutri e delicati (acacia, sulla, leguminose in genere) piacciono a tutti, come pure i mieli con aroma floreale leggero (rododendro) o intenso (agrumi). I mieli con aroma deciso non piacciono a tutti, ma il consumatore che sceglie un miele fortemente aromatico(come castagno o corbezzolo), generalmente, lo preferisce a tutti gli altri.In genere si definiscono millefiori (o multiflora, o anche poliflora) quei mieli che non possono essere definiti uniflorali.Non esiste un’unica categoria di millefiori, ma tante quante sono le possibili combinazioni di piante.
Ogni millefiori possiede proprie caratteristiche che si ripetono di anno in anno con variazioni più o meno importanti, ma che non nascondono la base: il paragone con le annate del vino è il più appropriato.
A volte i mieli millefiori sono caratterizzati da una presenza botanica che prevale e che costituisce il nucleo del miele, ma che è accompagnata da una costante flora concomitante che ne costituisce la specificità, e nello stesso tempo non permette la denominazione uniflorale. Per esempio, il miele dell’Emilia Romagna a base di erba medica, è più corposo di quello che sarebbe il miele di erba medica in purezza.
In altri casi due fioriture in grado di dare anche raccolti separati si sovrappongono: molto comune, in tutto l’arco alpino, il miele misto di castagno e tiglio, che coniuga due aromi diversi e molto forti, in un millefiori speciale.
Altre volte le componenti del miele sono davvero mille, come capita per il prodotto delle fioriture di alta montagna o come certi mieli primaverili della macchia mediterranea: dire da che cosa dipende quel certo aroma è impossibile, ma il risultato è comunque straordinario.