Grazie alle segnalazioni fatte da Ami e altre associazioni di produttrici e produttori, il Corriere della Sera ha rivisto l’articolo pubblicato online il 21 febbraio 2017.
Ma restano delle inesattezze che abbiamo continuato a segnalare, qui il comunicato.
COMUNICATO STAMPA
Il miele non è potenzialmente letale
Roma, 21 febbraio 2017
L’associazione nazionale Ami – Ambasciatori dei Mieli, www.ambasciatorimieli.it, esprime vivo disappunto per quanto scritto nell’articolo a firma Simona Marchetti del 21 febbraio 2017, pubblicato sulla versione online del Corriere della Sera.
Le informazioni offerte alle lettrici e lettori, e la relativa fonte, sono incomplete , imprecise e parzialmente false, dando adito ad incomprensioni dannose a discapito del prodotto miele che è, anche per legge, naturale, integro, fresco e che non deve essere pastorizzato per essere consumato. La pastorizzazione è una scelta di chi lo commercializza ma non è assolutamente necessaria.
È falso che il miele non pastorizzato scateni “vertigini, mal di testa, debolezza e vomito” come leggiamo nell’articolo o che possa addirittura essere letale.
Nel miele non sono presenti tossine letali inibite dalla pastorizzazione.
L’unico rischio biologico è legato alla possibile presenza del Clostridium botulinum, derivato dall’origine vegetale stessa del prodotto: il miele è trasformato dall’ape, partendo dal nettare dei fiori, dalla melata o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante e quindi può venire a contatto con diverse possibili fonti contaminanti. Il rischio legato al manifestarsi del botulismo è legato all’ingestione diretta della proteina neurotossica, non all’ingestione diretta del Clostridium o delle sue spore. La proteina neurotossica può essere presente in alimenti non correttamente conservati a seguito dello sviluppo in condizioni anaerobiche (sott’oli, sughi, etc.). Nel miele non esistono le condizioni di sviluppo e gemmazione delle spore di Clostridium, data l’elevata concentrazione zuccherina e la bassa acidità, quindi la tossina non può essere presente.
Il rischio di sviluppo della tossina dopo ingestione è limitato alla sola alimentazione dei neonati di età inferiore ai 18 mesi, quindi non svezzati ed è avvallato da pochissimi casi dei quali non c’è, per altro, correlazione scientificamente attestata con il miele, accomunata con altri alimenti crudi somministrati in quella fase di crescita. Motivo per cui, per seguire un principio precauzionale di buon senso, la somministrazione del miele è sconsigliata in età inferiore a 18 mesi. Esiste anche l’obbligo di segnalazione in etichetta per la commercializzazione in alcuni Stati ma non nell’Unione Europea e nemmeno in Italia, dove resta un’indicazione facoltativa.
Non c’è alcun rischio quindi per bambine e bambini svezzati e il resto della popolazione, se non una possibile sensibilità e/o intolleranza individuale che non si può escludere in generale per qualiasi alimento.
Chiediamo pertanto la rettifica a quanto scritto nell’articolo e che si dia invece rilievo al ruolo fondamentale che un alimento come il miele può svolgere in una dieta sana e corretta.
Cordialmente
Il Direttivo Ami