Nella puntata del 2 novembre 2018, “Mi manda Raitre” è tornata a parlare di miele, a partire dall’ormai nota notizia di cronaca: api che muoiono per uso sconsiderato di pesticidi.
Il primo ospite in studio, Giuseppe Cefalo presidente Unaapi, ha spiegato i motivi del calo della produzione italiana per via dei cambiamenti climatici ricordando al tempo stesso i tanti mieli che comunque la nostra penisola produce grazie alla biodiversità. Le telespettatrici e i telespettatori sono stati ben informati sui prezzi, sulle differenti qualità, su come si può diventare assaggiatori e sui tanti usi che si possono fare del miele, fino ad arrivare a parlare di come evitare di essere frodati. Non c’è dubbio infatti che ci sono in commercio dei mieli miscelati con zuccheri o sciroppi che per quanto commestibili – e non necessariamente dannosi per la salute umana come ricordato da Maria Caramelli dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte e Valle D’Aosta – non sono tuttavia mieli intesi come esclusivo prodotto derivante dall’ape, ossia mieli di nettare o melata.
Vista la norma vigente se il miele prodotto dall’ape è miscelato con altro, è frode alimentare ed è rispetto a questo ultimo importante tema che – come Associazione Ambasciatrici e Ambasciatori dei Mieli, nonché iscritte e iscritti all’Albo Nazionale degli Esperti in Analisi Sensoriale del Miele – torniamo a lamentare la superficialità e leggerezza con cui si è lasciato che Luciano Atzori, dottore biologo esperto in sicurezza alimentare, dispensasse bizzarri test fai da te ai consumatori come l’uso della carta assorbente per scoprire un improbabile alone del finto miele o facesse affermazioni inesatte sulla presenza di acqua nel miele (che è di per sé un alimento composto anche da acqua per il 17%).
Già lo scorso anno il dottor Atzori aveva chiuso una analoga trasmissione con alcuni consigli alle “massaie” per riconoscere il miele.
Il dottor Atzori ha inoltre affermato che il miele prodotto da apicoltori hobbisti può essere paragonato al miele biologico ed è migliore di quello prodotto dall’apicoltura professionale, sottintendendo l’esistenza di un miele di categoria A (prodotto con pochi alveari, quindi con api “poco stressate” e quindi “più buono”, secondo Atzori) e di un miele di categoria B (prodotto da apicoltori professionisti). Quanto detto non ha alcun fondamento, in primo luogo perché l’apicoltura biologica deve sottostare a una rigida normativa che prevede controlli annuali e la certificazione di un ente accreditato, mentre invece gli apicoltori hobbisti non sono soggetti a controlli ma solo ad autocertificazione; inoltre, molto spesso sono proprio gli apicoltori professionisti a conoscere e ad applicare le migliori tecniche per evitare stress alle api.
Ancora una volta, la Rai come Servizio Pubblico, non ha minimamente pensato a interpellare chi ha maggiori competenze in merito e chi delle api, del miele, dell’analisi organolettica e della tecnologia produttiva ha fatto una passione e un mestiere.
Avendo a cuore anche la corretta informazione, chiediamo che venga prevista una replica a questo servizio che smentisca la possibilità di scoprire sofisticate frodi alimentari con presunti metodi da apprendisti stregoni, l’unico modo per garantire il diritto ad un cibo sano è salvaguardare l’ambiente, le api produttrici di miele e dare sempre delle corrette informazioni.