Costalovara (10Wolfsgruben), sull’altipiano del Renon, dista una ventina di minuti d’auto da Bolzano, un’ora da Trento, poco più di tre ore da Bologna. Da Bolzano ci si può arrivare anche prendendo, nei pressi della Stazione Ferroviaria, la funivia del Renon, e proseguendo, giunti sull’altipiano, su un delizioso, romantico trenino scendendo alla fermata di Costalovara. Le montagne si aprono in uno scenario ridente, che porta respiro nel cuore. Vicinissimo al museo c’è un raccolto laghetto, dove ci si può fermare alla fine della visita, o prima della visita, a ristorarsi con le esotico-casalinghe pietanze della cucina sudtirolese all “Hotel am Wolfsgrubensee”.
Il museo d’apicoltura è aperto da Pasqua fino a fine ottobre.
Erwin Glaser, il custode, vi condurrà attraverso le bellezze del museo. Non aspettatevi da lui un italiano impeccabile, ma sicuramente una grande dedizione al museo e a chi lo visita e a cui dedica di solito tutto il tempo che ci vuole. Per questo un visitatore appassionato e profondo è meglio che eviti i momenti di punta.
Il museo è frutto della passione dei Gramm, una famiglia non di apicoltori, ma di commercianti di alimenti, che hanno fatto del miele il loro “bambino preferito” all’interno della vastissima gamma di prodotti per la prima colazione. A nessun altro degli alimenti in catalogo è stata infatti dedicato un museo! Fin dalla fine degli anni ’80 hanno cercato nelle valli dell’Alto Adige i materiali antichi di un’attività che si era ormai modernizzata e standardizzata, sfidando il pregiudizio che li inquadrava come “concorrenti” degli apicoltori, o invasettatori di un miele “industriale”. Il contenuto del museo riflette quindi diverse tradizioni all’interno dell’apicoltura locale.
Per riunire il materiale ed esporlo, è stata acquistata e restaurata una delle più caratteristiche case dell’altipiano, un “maso” contadino restituito alla sua purezza architettonica, incluso il tetto in paglia di segale. Al museo dell’apicoltura si affianca quindi una ricostruzione di vita quotidiana del mondo contadino. Si possono trovare arnie e bugni rustici di tutte le vallate, scoprendo come quasi ogni vallata dell’Alto Adige avesse una diversa tradizione, torchi per il miele, materiali per stampare fogli cerei o per creare le candele di cera, leve per l’estrazione di favi naturali dai bugni, gabbiette e tanti altri piccoli utensili di un’apicoltura che fu. E anche diversi vecchi libri e manuali in lingua tedesca. All’esterno un percorso didattico con interessanti esercizi per comprendere aspetti del mondo delle api come l’orientamento, una grande “casa delle api” caratteristica delle zone montane e altre costruzioni rustiche destinate all’apicoltura, oltre a un orto tenuto nello stile “ornato” tradizionale del Sudtirolo. Per i veri appassionati, che abbiano voglia di passare al Renon anche un giorno o due, a Costalovara c’è anche l’Hotel Rinner, il cui gestore, Paul Rinner, è un apicoltore che possiede duecento “popoli” di api (10come si dice da queste parti). Rinner utilizza, in modo estremamente articolato e con una applicazione geniale delle conoscenze di biologia dell’alveare, arnie simili a quelle slovene, modificate secondo una tradizione famigliare. Se ha tempo da dedicarvi, poter ascoltare le sue spiegazioni può essere un’esperienza esaltante.
Paolo Faccioli e Carlo Ottolina
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