cos’è la propoli

Le gemme di certi alberi sono ricoperte da una patina resinosa: essa le protegge dagli agenti patogeni, che potrebbero infettarle. Nelle giornate calde d’estate, le api prelevano questa sostanza e la raccolgono in piccoli carichi, che trasportano, attaccati alle zampe posteriori, fino all’alveare. Questa sostanza viene elaborata tramite le loro secrezioni ghiandolari, modificandone in parte la struttura chimica. Della sua vasta gamma di proprietà, le api la utilizzano soprattutto per la sua azione antisettica, per neutralizzare funghi, batteri e virus, “dipingendo” con essa le pareti interne dell’alveare e il fondo delle celle destinate a ospitare covata o miele. Bisogna ricordare che l’alveare, con le sue 40.000-60.000 api e le loro 100.000 trasferte giornaliere, con una temperatura che si aggira intorno ai 36° e un’umidità relativa del 70%, potrebbe costituire un erreno ideale per lo sviluppo di batteri. Eventuali piccoli intrusi penetrati nell’alveare e difficili da trasportare fuori coleotteri, per esempio, ma persino topi) possono venire uccisi e “imbalsamati” all’interno dell’alveare, isolandoli con uesta sostanza e arrestandone la decomposizione. Le api utilizzano la propoli anche come materiale da costruzione, per otturare le fessure dell’alveare, per fissare gli elementi mobili dell’arnia, per ridurre gli spazi che non corrispondono al loro innato senso della geometria e, laddove l’apertura di ingresso dell’alveare sia troppo larga, per ostruirla con blocchi di questa materia, lasciando soltanto lo spazio necessario. E’ per questa funzione che essa prese fin dall’antichità (probabilmente da Aristotele, nel IV secolo avanti Cristo) il nome di propoli: pro= davanti, polis= città, davanti alla città e dunque difesa della città.
storia e usi della propoli
Sono documentati usi del propoli fin dall’antichità, come componente di profumi e come medicina. Il romano Plinio il Vecchio (I secolo dopo Cristo), studioso di scienze naturali, fa cenno a una proprietà della propoli di estrarre spine e aculei dalla carne, di ridurre il gonfiore e lenire i dolori articolari. Il suo contemporaneo medico, botanico e farmacista Dioscoride, oltre a citare l’estrazione di spine, aggiunge quella di guarire la tosse.
Vi era una conoscenza della propoli anche nel mondo Arabo. Avicenna (980-1037), nel “Canone della medicina”, la cita, sempre per la sua capacità di estrarre punte, e anche per quella di purificare e assorbire.
La conoscenza della propoli si sviluppò soprattutto in Russia (dove l’ape locale, apis caucasica, è particolarmente portata alla sua raccolta). Già un trattato di medicina georgiano del XIII secolo la suggerisce come componente di un trattamento per la carie.
Sembra che la propoli venisse utilizzata dai liutai italiani del XVIII secolo. L’analisi macro e microscopica di un violino “Guadagnini” del 1750 rivelò la presenza di polline e pezzi d’ape, il che fa pensare a una vernice a base di propoli. Ricercatori tedeschi provarono a riprodurre la vernice dei liutai italiani, ma elementi balsamici contenuti nella propoli tedesca rendevano difficile l’essicazione della vernice, al contrario di quella proveniente dai dintorni di Cremona, centro della liuteria italiana.
Si ha notizia di uso della propoli per il trattamento delle ferite nella guerra anglo-boera, a fine Ottocento in Sudafrica.
Nel 1947 l’Istituto veterinario di Kazan, nelle vicinanze degli Urali, cominciò a studiare le proprietà antimicrobiche della propoli. Negli ultimi 40 anni l’indagine scientifica sulla propoli è stata dominata da Russia, Romania, Iugoslavia, Cecoslovacchia, Polonia e Bulgaria.
Solo a partire dai primi anni 70 si assiste anche in occidente a una crescita di considerazione per la propoli, nel contesto della riscoperta dei prodotti naturali.

dove viene raccolta la propoli
La composizione della propoli cambia a seconda della vegetazione locale. Si possono però distinguere due “famiglie” principali di propoli. Nelle regioni a clima temperato, in Asia, Europa e America la fonte dominante di propoli sono le gemme di pioppo. In Brasile la corteccia della Baccharis Dracunculifolia dà origine alla cosiddetta “propoli verde”. La loro composizione è diversa.

due sistemi di raccolta della propoli
Esistono due sistemi di raccolta: il primo consiste nella raschiatura delle costruzioni di propoli dall’interno degli alveari, un lavoro che l’apicoltore riserva di solito per l’inverno, quando è il momento di rimettere in sesto i materiali. Parte di questa propoli di raschiatura, se questa pulizia non viene effettuata regolarmente tutti gli anni, può aver subito un processo di ossidazione.
Il secondo sistema consiste nella utilizzazione di griglie, che vengono collocate al posto della soffitta dell’alveare: gli interstizi vuoti delle griglie inducono le api, che regolano gli spazi dell’alveare secondo una geometria precisa, a riempirli con la propoli. Questa tecnica viene applicata nella stagione calda, quando le api spontaneamente raccolgono la propoli: con questo metodo la propoli è più facile da raccogliere, e il suo livello di freschezza e purezza molto maggiore.

cosa contiene la propoli
La propoli contiene 300 molecole attive, ed è composta dal 30% di cera, contenuta nella propoli stessa o secreta dalle api, dal 50% di resine e sostanze balsamiche, dal 10% di olii essenziali, dal 5% di polline e dal 5% di materie organiche o minerali. La componente più interessante è data dai flavonoidi, che sono composti chimici vegetali diffusi nelle piante superiori e  hanno molteplici proprietà, tra cui quelle antiossidanti, protettive della permeabilità dei capillari ematici e linfatici, antiinfiammatorie nei processi che colpiscono le mucose, la pelle e le articolazioni, e, tra l’altro, favoriscono l’assunzione della vitamina C e del calcio. I principali flavonoidi presenti nella propoli sono Pinocembrina, Galangina, e Quercetina. Sono anche presenti nella propoli anche composti fenolici  (in particolare l’Acido Caffeico dalle proprietà antiossidanti e antiinfiammatorie).

 

le proprietà della propoli
– azione battericida o batteriostatica contro un grande numero di diversi batteri per esempio Helycobacter Pylori, Streptococcus mutans, Streptococcus Aureus, Streptococcus pneumoniae, Streptococcus pyogene, Escherichia Coli, Haemophilus Influenzae, Moraxella Catarrhalis, Bacillus Cereus, Campylobacter jejuni, Pseudomonas Aeruginosa e altri
– rinforza l’azione degli antibiotici (vale per la penicillina, per la sefralina, per la doxiciclina, ma non per l’ampicillina), e riduce la formazione di resistenza agli antibiotici.
– anti-infiammatorie
– antivirali, per esempio contro il virus dell’herpes
– anticoaglulante (inibisce la coagulazione delle placche sanguinee)
– fungicida (per esempio contro la candida albicans)
– antiparassitario (par ex. trichomonas)
– inibisce la crescita di cellule tumorali
– antiossidante
– cicatrizzante
– immuno-regolatore
– anestetico locale
– effetto disintossicante e protettivo del fegato
– stimolante della circolazione sanguigna
i suoi usi possibili in pratica
– nella rino-faringite, bronchite, laringite, faringite e angina
– nei casi di herpes e influenza
– nelle ulcere di stomaco e intestino
– nelle bruciature e nelle ferite
– in ulcere, eczemi, acne e foruncoli
– in affezioni articolari degenerative e infiammatorie
– nelle infezioni urinarie e vaginali
– in agricoltura: contro funghi e microorganismi patogeni (Oidium sp, Fusarium sp, Phitoptora sp, Esclerosis sp, Batteriosi sp, Peronospora sp, Botrytis, Alternaria sp, ecc.), parassiti (Afidi), e come cicatrizzante dopo la grandine; come trattamento post-raccolta conservativo di mele e agrumi
– in veterinaria: per una vasta serie di usi, come per le mastiti delle mucche, come additivo alimentare per le galline ovaiole, per vari disturbi degli animali da compagnia (eczemi, infezioni), ecc.

alcuni tra i diversi studi recenti sugli effetti antitumorali o complementari nella terapia dei tumori
Secondo uno studio di ricercatori della Gifu University (Giappone), lo stato di stress da ossidazione, dovuto a terapia con radiazioni per cancro al tratto gastrointestinale, può essere attenuato con supplementazione a base di propoli. Il dottor Osamu Mizukami, che dirige una clinica complementare di Tokyo, tenta di affiancare agli effetti della terapia convenzionale (chirurgia, chemioterapia, radiazioni) i benefici della terapia complementare. La maggior parte dei suoi pazienti hanno il cancro a stadi avanzati, e nella maggior parte dei casi la terapia convenzionale è necessaria per evitare il proliferare di cellule cancerose. Mikuzami ha trattato più di 500 pazienti con la propoli (per cancro al polmone, stomaco, colon, prostata, ovaie, seno e pancreas) ottenendo un aumento della qualità della vita (meno dolore, più appetito, meno stanchezza) e della sopravvivenza, una mitigazione degli effetti collaterali delle terapie convenzionali e in alcuni casi un effetto diretto della propoli (usando dosi di almeno 10 gr al giorno) di riduzione del tumore e arresto della proliferazione.

la frazione volatile della propoli
Della propoli sono stati soprattutto verificate, in campo medico, le componenti presenti negli estratti. Rimangono una serie di altre sostanze presenti nella propoli grezza ma non negli estratti, e cioè gli olii essenziali e i terpeni, e cioè la sua frazione volatile. E’ quella che si sprigiona in natura nei boschi, soprattutto quando la vegetazione è investita dai raggi solari. L’aroma finemente balsamico delle resine, che è possibile a volte percepire nei boschi, è alla base della istituzione dei sanatori di un tempo, che ne sfruttavano l’effetto terapeutico a lungo termine. Oggi è possibile utilizzare lo stesso tipo di condizione terapeutica tramite diffusori ambientali. L’azione è rivolta soprattutto alle affezioni delle vie respiratorie e all’influenza. Ricerche svolte in asili nido della Lombardia hanno rivelato una grande efficacia della frazione volatile della propoli, riducendo in modo significativo le assenze per indisposizione dei bambini.

i prodotti in commercio
È possibile trovare prodotti a base di propoli in erboristeria o in farmacia, in forma:
– liquida, e cioè di tintura idroaalcoolica oppure di estratto a base di glicole propilenico (il secondo consigliato per i bambini, o per chi non potesse assumere alcool per ragioni dietetiche o religiose)
– di sciroppo
– di spray e aerosol per naso, bocca e gola
– di pomate e unguenti per uso soprattutto dermatologico
– di dentifrici, shampoo, saponi
– di pastiglie masticabili
– di capsule di gel duro o morbido

tintura di propoli: la ricetta
Uno dei preparati più diffusi, perché facile da preparare e utilizzabile in una varietà di occasioni, è la tintura alcolica di propoli. Chiunque può prepararla, per uso proprio, a partire dalla propoli grezza.
Occorre congelare la propoli grezza per poi poterla più facilmente sminuzzare o polverizzare, in un mortaio o con l’aiuto di un macinino, tenendo conto che il calore indotto dalla macinazione, se prolungata, può riportare la propoli al suo stato resinoso, e che perciò essa può incollarsi agli strumenti usati. Occorre anche ricordare che la propoli macchia, e che è difficile togliere una macchia di propoli da un vestito, mentre da una superficie è facile farlo usando l’alcool come solvente. 25 grammi di propoli polverizzata possono essere mescolati a 75 grammi di alcool puro (o alcool buongusto) tenendo la miscela a temperatura ambiente per almeno 30 giorni. Occorre scuotere vigorosamente ogni giorno per favorire la dispersione dei principi attivi nell’alcool.
A macerazione ultimata, senza agitare, la parte liquida (che avrà formato uno strato superiore) può essere filtrata con carta da filtro. Il resto delle impurità e della cera della parte fangosa che si forma sul fondo possono essere filtrate alla fine, per non ostruire subito il filtro.